UnivAQ Student Contest – OSPEDALE DEI PUPAZZI
L’Ospedale dei Pupazzi è un progetto che ha lo scopo di decondizionare i bambini dalle paure e dalle ansie sviluppate verso medici, personale sanitario e ambiente ospedaliero. Il tutto avviene tramite la riproduzione dell’ambiente ospedaliero in un contesto di gioco e la simulazione di una visita medica su un pupazzo. Attraverso la cura, da parte degli studenti (i pupazzologi) di un pupazzo in un ospedale a misura di bambino, si dà la possibilità al bambino stesso di sperimentare in seconda persona l’esperienza della visita medica e di familiarizzare con le procedure e le attività tipiche dell’ambiente sanitario. Tale esperienza avviene all’interno di un contesto di gioco e in un ambiente protetto, favorendo così una maggiore collaborazione ed un miglior adattamento del bambino in vista di una successiva possibile visita medica od eventuale futura ospedalizzazione. Il progetto permette inoltre di sviluppare nello studente competenze comunicative e relazionali nei confronti dell’eventuale paziente in età pediatrica, attraverso l’approccio diretto con il bambino nel contesto di un ospedale simulato. Il progetto utilizza il gioco come modalità principale di avvicinamento al bambino, il quale si sente a proprio agio e libero di esprimersi nell’approccio al pupazzologo. Il gioco è costituito da due componenti: Il Medical-Play ed il Role-Play (McCue, 1988; Boling, 1991). Il Medical Play è una tipologia di gioco strutturato, caratterizzato dalla possibilità per il bambino di adoperare il materiale medico, comunemente utilizzato nelle procedure. Manipolando il materiale, spesso fonte di paura e di ansia, il bambino ha l’opportunità di familiarizzare, esplorare e conoscere gli strumenti. Il Role Play, invece, si basa sul principio di assunzione di ruolo, per cui il bambino vive l’esperienza ospedaliera senza esserne il protagonista diretto. I bambini, infatti, portano il proprio pupazzo malato all’ospedale assumendo il ruolo di genitore. Grazie, quindi, all’inversione dei ruoli e a un meccanismo di proiezione, il bambino traspone inconsapevolmente sul pupazzo le proprie emozioni, talvolta scaturite dalle esperienze vissute, e le proprie perplessità inerenti all’ambiente ospedaliero e alle dinamiche che lo caratterizzano.
Proponenti: Martina Trevisiol, Pietro Costanza, Lisa Santucci, Bianca Galassi, Sara Salvadori
CLM Medicina e Chirurgia – MESVA